SALTINARIA.it  di serena lietti

 
L'ombelico, cicatrice vitale che tutti possediamo, diventa il punto nevralgico della vicenda narrata: misterioso spazio fisico in cui Gala inserisce oggetti, interiorita' di Alvise cui solo lei puo' accedere e intima dimensione di coppia che crea stabilita' e consistenza ad AlviseeGala. Una storia d’amore dai toni assurdi che racconta di come due persone abbiano trovato la propria felicita' l’uno dentro l’altro, fuggendo da un mondo cui non sentivano di appartenere.

L'OMBELICO DI ALVISE
Siamo solo buchi neri dentro buchi neri

di Claudia Porta
regia di Luca Ligato
con Alessia Bedini e Stefano Pirovano
scenografia Giovanna Angeli
costumi Carla Goddi
musiche originali Alberto Campi
organizzazione Monica De Giuli

Ad accoglierci nella suggestiva location dell’Isolacasateatro c'e una splendida scenografia che richiama fin da subito un mondo sospeso tra reale e surreale. Oggetti tratteggiati su lastre trasparenti stanno appesi nel vuoto, in bilico tra la dimensione quotidiana di tutti e quella surreale di Gala e della sua misteriosa capacita' di infilarli nell'ombelico di Alvise.
Aiutati da ritmi concitati e giochi di luce, due curiosi personaggi fanno il loro ingresso in sala e ci restituiscono furtivamente, con i soli gesti corporei, la loro identita':
Alvise e' un insegnante obeso che passa le giornate ad abbuffarsi di cibo e Gala e' un’artista depressa sull'orlo del suicidio. In un turbine di parole, musica e movimenti ci viene raccontata la stramba storia di un uomo e una donna che s'incontrano in una chat erotica e scoprono di non poter fare a meno l'uno dell'altra.
Solo Gala possiede l'accesso alle profondita' del magico ombelico di Alvise, che ci sembra una divertente metafora della sua interiorita' e, in generale, dell'inesauribilita' dell'animo umano. Il mondo esterno pero', con le sue leggi e la sua superficialita', non è in grado di accogliere questo particolare rapporto se non corrompendolo e distruggendolo. La scoperta della possibilita' di vivere l'uno nell'altro, in una sorta di condivisione misteriosa e unica delle proprie interiorita', sara' l’unica salvezza per AlviseeGala (ebbene sì, pronunciando il loro nome in un unico respiro, come fosse una formula magica capace di conferire un senso intimo ed assoluto alle loro esistenze).
Una piece fulminea che, pur nella brevita' e leggerezza del parlato, porta in scena una serie di tematiche interessanti: la tecnologia come forma d'incontro nel mondo contemporaneo, l'esistenza di universi sconosciuti da esplorare, l'assurdo della vita e la capacita' dell'amore di creare mondi paralleli in cui poter sussistere felicemente. L'ottima regia di Luca Ligato, nonche' la bravura di Alessia Bedini e Stefano Pirovano e di tutto il team che li ha supportati, rende il testo vivo e merita i lunghi e sentiti applausi del pubblico.

SERENA LIETTI
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MERCOLEDi' 21 MARZO 2012