Cult week di Christopher Ruddell
Un inconscio a forma di bunker
Cosa si proverebbe sopravvivendo ad un ipotetico attentato terroristico con
esplosione nucleare? E come sarebbe convivere per due settimane in un
piccolo bunker antiatomico senza cibo e costretti a giocare a Dungeons &
Dragons? L'apocalittico dramma "After the End", elabora una risposta
convincente che svela la natura predatrice e istintiva dell'essere umano.
Partendo dal racconto del salvataggio di Louise (Valeria Perdono') da parte
di Mark (Alessandro Lussiana), la regia di Luca Ligato esplora il teatro
inglese di Dennis Kelly navigando in uno scenario di per se' cupo e poco
rassicurante, adottando ritmi affilati e crudezze prese in prestito dalla
black comedy.
Nerd lui e un po' diva lei, la sopravvivenza pacifica con il proprio opposto
si fa via via sempre meno sostenibile e le circostanze inducono entrambi a
scoprire i denti, scontrandosi in un continuo capovolgimento di ruoli tra
preda e predatore. Il piccolo rifugio sotterraneo avulso dal mondo esterno
si trasforma in una terra senza legge, dove vestendo i rispettivi panni di
Mark e Louise, Alessandro Lussiana interpreta un emarginato paranoico mentre
Valeria Perdono' si cala nei panni di un’insopportabile primadonna.Con una
buona dose di destrezza, i giovani attori affrescano due profili psicologici
ben delineati, tanto opposti quanto accomunati da un’insicurezza di fondo.
L'efferatezza portata in scena viene intelligentemente spezzata da un
ricorrente buio totale, che calato sul pubblico rende magnificamente i black
out che si abbattono sulla ragione dei protagonisti, vittime di un
prolungato digiuno; e' in questi pochi istanti che il palco viene inquinato
da cartacce, rifiuti e scarpe abbandonate, in maniera speculare
all'abbruttimento morale messo in atto dalla coppia di venticinquenni.
Sebbene i personaggi siano piuttosto stereotipati e rievochino inizialmente
i protagonisti della serie Tv "The Big Bang Theory", il loro incattivimento
progressivo addizionato al disvelamento finale della verita' riescono a far
crescere nello spettatore un’escalation di curiosita', catturandone pian
piano l'attenzione.
Se oggi la paura del confronto con la realta' abbia conquistato molti di noi,
e' risaputo che essa possa prescindere dalla violenza, dallo stupro e dalla
discriminazione, tuttavia lo spettacolo "After the End" sfida i limiti umani
e pone come presupposto un contesto paradossale dove le persone sono
lasciate sole e spronate nel manifestare la propria natura bestiale.
Puntare un coltello alla gola del nostro carnefice bastera' per farci
assumere il pieno controllo del bunker e farci rinunciare alla ricerca della
verità del mondo esterno? Luca Ligato ci propone la sua versione,
psicologicamente instabile e dalla volonta' fragile, dove ogni singolo passo
falso si paga a caro prezzo, lasciando pero' al tempo stesso un margine di
immedesimazione e reinterpretazione personale.
Christopher Ruddell
www.Cultweek.Com
22 Maggio 2015