Krapp's last post di Luca Lotano
After the end. La black comedy di Kelly secondo Alraune Teatro
Distruggersi. Lo fa su due livelli diversi la claustrofobica messa in scena
di "After the end": uno in superficie, fuori, sopra le nostre teste, oltre
il nostro diretto controllo - attentati, cospirazione, distruzione di massa,
ma su questo lasciamo a "Utopia", serie tv e gioiello dello stesso autore
Dennis Kelly, il potere di confonderci -, e l'altro e' invece un livello di
distruzione sotterraneo, nascosto, intimo, atroce ma così familiare: "e' gia'
qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme"
come direbbe Calvino.
In un quartiere di Londra un giovane nerd di nome Mark (Alessandro Lussiana)
porta Louise (Valeria Perdono') nel suo rifugio antiatomico, descrivendo in
superficie uno scenario apocalittico a seguito dell'esplosione di una bomba.
Assorbito lo shock iniziale i due ragazzi, isolati da tutto, sepolti vivi,
sprofondano cosi' lentamente dal primo al secondo livello di distruzione,
quello piu' profondo, che si protrae per i quindici giorni successivi
durante i quali i due vivono una relazione forzata, in cattivita', con
risorse vitali limitate e senza nessun limite esterno. Tu ed io.
Mark vorrebbe essere desiderato da Louise, cosi' tanto che non avendo
sentito il suo desiderio in superficie prova, "possedendola", a renderla sua
gestendo lui stesso il cibo, l'acqua, l'aria. La catena di ferro e di
ripercussioni con cui lega Louise sembra poter dare il controllo a una delle
due parti, ma la chiave si rompe liberando la violenza di entrambi: Louise
da prigioniera diventa aguzzina.
Il ritmo dello spettacolo si fa incalzante, la regia di Luca Ligato e le
musiche originali di Giuliano Fassina e Alessandro Emmi ci consegnano le
chiavi del bunker; l'interpretazione degli attori cresce con il passare del
tempo dando modo ai personaggi di trasformarsi, di ansimare, e allo stomaco
della sala di stringersi, quella sala Gassman del Teatro dell'Orologio che,
scavata sotto i sanpietrini di Roma e "vestita"’ da Giovanna Angeli,
restituisce alla black comedy il suo angolo nascosto e asfissiante di una
salvezza imposta.
Lo scenario apocalittico descritto all'inizio dal convincente Alessandro
Lussiana, che agli occhi londinesi di Kelly aveva preso vita dopo
l'attentato del 2005 in Inghilterra, viene ricreato sotto terra tra i due
giovani.
"Sto pensando spesso a cos'e' che ci induce a comportarci in un determinato
modo" si chiedono i due. In una sorta di "memorie del sottosuolo con
signora" i ragazzi esplorano la natura abietta dell'uomo e la convivenza con
la sofferenza dell'altro. Se in una bomba atomica la distruzione avviene
liberando una enorme quantita' di energia in un tempo brevissimo, in una
relazione il processo puo' durare giorni, settimane, mesi, anni.
Il rifugio diventa prigione, i cucchiai che i due ragazzi immergono nelle
lattine di provviste sembrano scavare una buca sempre piu' profonda che non
sara' via di fuga. La radio accesa amplifica l'attesa di chiarimento su cosa
stia accadendo li' sopra; le luci calde di Alessandro Tinelli gocciano
dall'alto mentre quelle gelide ristagnano in basso, pesanti, riempendo la
bolla d'acqua nella quale Mark e Louise si muovono, soffocando.
Mentre tutto si e' ormai trasformato, l'eco degli applausi nella sala a
fianco ricorda che li' fuori, a qualche metro dalla relazione perversa,
esiste un altro mondo che continua a vivere, al quale si puo' tornare. La
scena finale ci lascia intravedere pero' un'eredita' da tenere a mente: le
relazioni umane sono un evento trasformativo delle nostre abitudini, delle
nostre paure, e soprattutto della percezione che abbiamo di noi stessi nel
mondo. Ci modificano in maniera irreversibile. Come certi spettacoli.
"C'e' un unico modo per farsi distruggere, permettere agli altri di
trasformarti in qualcosa di diverso da quello che sei".
Luca Lotano
Krapp's last post
13 Maggio 2015