citta' nuova di Giuseppe siciliano
Trasposizione teatrale di "After the end (Dopo la fine)" del visionario
drammaturgo londinese Dennis Kelly (classe 1970), piece scritta nel 2005
subito dopo gli attacchi terroristici di Londra
Due persone sono chiuse in un rifugio antiatomico dove dovranno restarci per
molti giorni. Louise non ricorda nulla degli eventi che l'hanno portata in
quel sotterraneo della casa di Mark. Sa, dal suo racconto, che l'amico l'ha
salvata, portandola in braccia priva di sensi, da una spaventosa esplosione
nucleare, forse un attentato terroristico, che ha provocato distruzione e
morte anche dei loro amici e parenti. L'unico contatto con l'esterno e' una
radio che pero' non da nessun segno di ricezione. E una botola, dalla quale,
ad un certo punto, la ragazza udira' dei rumori. Questo e' lo scenario di
"After the end (Dopo la fine)" del visionario drammaturgo londinese Dennis
Kelly (classe 1970), piece scritta nel 2005 subito dopo gli attacchi
terroristici di Londra. Definita "pungente black commedy", e "dramma
psicologico" (ma non ne ha il sufficiente scandaglio), ha somiglianze con
"Il bicchiere della staffa" di Pinter, e rimandi, per quello spazio da
sepolti vivi, da day-after, al "Finale di partita" di Beckett, ma non
certamente la forza visionaria di questi due.
Man mano che veniamo coinvolti nella claustrofobica, surreale storia della
giovane coppia, nei loro dialoghi dapprima concilianti poi sempre piu'
esasperati, nelle azioni violente determinate dalla convivenza forzata,
negli scambi di ruolo tra vittima e carnefice, ci viene il dubbio che
potremmo trovarci dentro un incubo della donna, o nella fantasia malata
dell'uomo (Louise solo verso la fine dubitera' dell'attacco e
dell’esplosione, credendo siano invenzioni dell'amico paranoico). Si
manifesteranno elementi che ci indurranno a crederlo. Dalla provvista di
alimenti che Mark ha accumulato ossessivamente; all'appartamento, l'unico
del palazzo col bunker, acquistato preventivamente; alle rivelazioni sulla
loro amicizia (lei e' la donna dei suoi sogni); alla costrizione al gioco di
ruolo Dungeons and Dragons, tanto che, quando lei resiste, lui inizia a
limitare il suo approvvigionamento di generi alimentari. Amore, odio,
ricatti, umiliazioni, pulsioni, morbosita', e soprattutto la follia latente
generata dall'abuso del potere dell'uomo sulla donna, la manipolazione
psicologica, il disadattamento, gli aspetti piu' reconditi dell'uomo con le
sue paure e fragilita', sono i temi che animano questa piece. Ci dice
qualcosa sulla condizione umana e la sua reazione alle avversita', ponendoci
domande su quanto tutto questo possa trasformarci e renderci irriconoscibili
a noi stessi. Fino a - ed e' l’epilogo spiazzante e a sorpresa - non
ricordare piu' chi siamo. Nell'intermittenza di buio e luce che regola le
sequenze, scandite dalle musiche originali di Giulio Fassina eAlessandro
Emmi, la regia asciutta del giovane Luca Ligato e la recitazione tesa e
naturale dei due interpreti, Alessandro Lussiana e Valeria Perdono',
assecondano, in un autentico tour de force, la scrittura incalzante e con
qualche sprazzo di umorismo, impaginata dentro una scena - in realta' poco
claustrofobica - con un pannello frontale di quadri grigi, e alcuni arredi e
oggetti metallici. E quella botola immaginaria dalla quale lei potrebbe
scappare. Ma che non apre. Perche' la battaglia tra i due non e' ancora
conclusa.
Giuseppe siciliano
www.cittanuova.it
02 Maggio 2015